ESCURSIONE ANULARE DELLA RODA DI VAèL

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INFO

arancioneestatefunivia

Località: Alto Adige – Carezza – Base seggiovia Paolina
Tipologia: percorso per bambini volenterosi (10 km)
Percorribilità: piedi
Facile/Difficile: h di cammino (velocità bambino), grandi dislivelli.
Attrezzatura: da montagna
Stagione: Estate
Punto di partenza: 46.407518, 11.591307 – parcheggio seggiovia Paolina
Mezzi di risalita: seggiovia Paolina
Altitudine massima: 2529 m
Dislivello: 400 m
Sentres: escursione anulare della Roda de Vael

 

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DESCRIZIONE

Partenza del percorso a monte della seggiovia Paolina (prezzi e orari), a Carezza, si prende il sentiero a sinistra, quello meno trafficato, direzione rifugio Fronza. Si passeggia tranquillamente tra paesaggi stupendi, prati, rocce e alberi. Poi, dopo 30 minuti di cammino,  guardando in alto si vede la forcella, quella di Passo Vaiolon, la nostra meta, si abbandona quindi la direzione del rifugio Fronza e si comincia ad andare in salita bella inerpicata e faticosa, bisogna preparare i bambini psicologicamente. Per raggiungere il passo ci abbiamo impiegato 2h30 e la salita presenta momenti di piccole arrampicate, scalette di ferro per superare i sassi più grandi e sentieri tipici da alta montagna.

In cima, a circa 2600 m di altezza, sporgendosi sul versante opposto, sulla destra, si intravede il rifugio Roda de Vael, dove dobbiamo dirigerci.
Comincia una discesa nella direzione opposta (sinistra) che ci porta ad un canalone molto ripido e sassoso che va ad incrociare il sentiero più agevole che porta al rifugio (forcella-rifugio 1h30).  Giunti al rifugio comincia l’ultima parte del giro su un sentiero largo, semplice e trafficato che ci riporta alla stazione a monte della seggiovia Paolina.

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RACCONTO

(Estate 2016) Questa è stata una gita strettamente famigliare, nata sulla volontà dei bambini di “scalare”. Logicamente, avendo il più piccolo solo 6 anni, la ferrata mi sembrava un passaggio ancora prematuro. Abbiamo optato per questa gita di alta montagna, difficoltosa si, ma che desse loro la sensazione di arrampicare. Dalla seggiovia, fino al bivio della forcella, il percorso è trascorso tra chiacchere e in piena trannquillità. Tante le stelle alpine (da fotografare ma da lasciare al loro posto). Dopo 30-40 minuti comincia il percorso serio, la grande salita.
La salita è ben segnata e si inerpica in mezzo ai ghiaioni della Roda de vael. Loro si arrampicano tranquillamente ovunque, noi fatichiamo un po’ di più e per ora non si lamentano anche se la fame si fa sentire: ci mangiamo i panini ammirando Il panorama mozzafiato che si estende su tutta la parte occidentale dell’Alto Adige fino ai monti svizzeri e austriaci. poi di nuovo in cammino, ogni tanto aiutandosi con le mani e poi la “simpatica” scaletta di ferro per oltrepassare un sassone. Finalmente si arriva in cima, al centro della forcella, la soddisfazione di Samu e Filo  è grandissima, molto più grande della fatica messa in campo. Lasciamo il panorama altoatesino alle spalle per sconfinare in quello trentino della Val di Fassa, stupendo.
Un po’ di riposo, un dolcetto e si riparte verso il rifugio Roda de Vael che per ora è un piccolo puntino sulla destra. Se faticosa era la salita ora affrontiamo un discesone in un canalone ripido dove i bambini con le articolazione non ancora completamente formate saltellano da un sasso all’altro come stambecchi mentre noi adulti, con le articolazioni “vissute” abbiamo qualche difficoltà in più. Si incrocia presto un sentiero molto comodo che ci porta passeggiando fino al rifugio dove sostiamo a riposarci.
Mentre noi riempiamo le borracce e ci riposiamo al sole godendoci la giornata, i bambini saltano di roccia in roccia con dei coetanei, quasi come se fino ad ora si fossero riposati. Come noi a riposarsi ci sono un sacco di persone giunte dai vari sentieri che portano a questo rifugio. manca ancora una mezz’oretta di cammino che passa velocemente tra chiacchere e sciocchezze (abilissimi in quest’arte).
Ultima curva ed eccoci, la stazione a monte della seggiovia Paolina. Strana sensazione prendere la seggiovia per scendere. Tolti gli scarponi (dita sofferenti9 anche i piedi respirano e ringraziano. Una faticata (per noi che non siamo allenatissimi) ma una giornata veramente stupenda (confermato anche dai bambini).

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Ogni riferimento è basato su esperienze di chi scrive l’articolo e il contenuto è relativo alla data di pubblicazione. Dovessero esserci errori o imperfezioni vi prego di comunicarle. I giudizi sono espressi su impressioni personali e le difficoltà vanno tarate alle proprie/vostre abilità fisiche.

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